The Apprentice – riflessioni sui businessmen del futuro

Ieri sera, ancora vittima del jet lag da viaggio intercontinentale (sono appena rientrato da Hong Kong) , ho deciso di concedermi il lusso dell’ultima puntata del format The Apprentice, condotto da Briatore su Cielo TV. Si, il Flavio nazionale, pluricampione in Formula 1, uomo di successo, ex tombeur de femmes, imprenditore del lusso e dell’intrattenimento.

A prescindere dai giudizi sull’uomo e sul manager Briatore, devo dire che il programma alla fine è riuscito bene.

E’ riuscito a rappresentare una realtà di giovani desiderosi di emergere, una sorta di Grande Fratello in stile yuppies, senza lasciare troppo spazio all’autocelebrazione e agli sproloqui dei medesimi giovani. Bastonati a ogni piè sospinto e con fare talvolta bonario talvolta feroce dall’ex geometra di Cuneo.

Bravo Flavio. Molti dei giovani rampanti, desiderosi di rottamare un “quasi vegliardo” come te, alla fine sono stati rottamati a loro volta…o si sono rottamati da soli per manifesta incapacità e per mancanza di umiltà.

Già, l’umiltà…esiste questa nel business? Esiste, personalmente ritengo sia uno dei valori più importanti, insieme all’onestà e peste lo colga a chi sostiene che per fare i soldi bisogna essere cattivi e senza scrupoli…

Bhè, forse dipende da quanti soldi…

Dimenticavo, alla fine ha vinto Francesco Menegazzo, trader finanziario e socio di un’impresa di comunicazione…una sora di diabolico forzato del lavoro con ottima visione strategica e tanta voglia di emergere…unita però (glielo leggo negli occhi) a tanta infelicità e ad un’animo turbato…chissà se il contratto a sei zeri promesso da Briatore lo aiuterà ad essere più sereno…

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