Start up italiane: mito e/o realtà

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Marco Montemagno pubblica alcune riflessioni sulle start up, stimolate dall’ennesima acquisizione di un pesce grosso ai danni (o a beneficio…) di un pesce piccolo: CBS si è pappata Last.fm.

Concordo in pieno sul nuovo paradigma “small is the new big”: i colossi, divenuti tali, perdono elasticità, voglia di rischiare, innovatività. E si pappano le piccole, ma aggressive, start up. Che spesso non riescono a crescere ulteriormente per mancanza di risorse. In Italia, poi, la situazione è davvero avvilente: non è sfascismo e retorica, nè nichilismo … in Italia non ci sono oggi le condizioni ottimali per lanciare idee nuove e farsele magari finanziare. Non parliamo di Venture Capital perchè non esiste. L’Italia è il paese della pastasciutta, del bel canto … del turismo … ed infatti è ottimamente rappresentata all’estero dal prestigioso portale Italia.it, uno splendido esempio di progetto digitale in salsa di pomodoro e mandolini.

C’è un’ultima osservazione di Marco che mi piace sottolineare: essere presenti on line in modo “pesante” non è solo un fatto di business, è un fatto di potere. Volenti o nolenti, i player che si posizioneranno meglio avranno modo di controllare i flussi di informazione della società del futuro. Secondo me in Italia qualcuno è già sulla buona strada … e non è così tardi…

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